Winter School Rappresentanza/Rappresentazione - bibliografia |
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Agamben, Giorgio
Il regno e la gloria. Per una genealogia teologica dell'economia e del governo. Homo sacer
Bollati Boringhieri,
2009
"Dalla teologia cristiana derivano due paradigmi politici in senso lato, antinomici ma funzionalmente connessi: la teologia politica, che fonda nell'unico Dio la trascendenza del potere sovrano, e la teologia economica, che sostituisce a questa l'idea di una "oikonomia" concepita come un ordine immanente - domestico e non politico in senso stretto - tanto della vita divina quanto di quella umana. Dal primo, derivano la filosofia politica e la teoria moderna della sovranità; dal secondo, la biopolitica moderna fino all'attuale trionfo dell'economia e del governo su ogni altro aspetto della vita sociale". Con quest'opera, qui riproposta con un inedito apparato iconografico, l'indagine sulla genealogia del potere iniziata da Agamben con "Homo sacer" giunge a uno snodo decisivo. Il potere moderno - mostra Agamben non è soltanto "governo", ma anche "gloria" e gli aspetti cerimoniali, liturgici e acclamatorii che siamo abituati a considerare come un residuo del passato costituiscono invece tuttora la base del potere occidentale. Attraverso un'analisi affascinante delle acclamazioni liturgiche e dei simboli cerimoniali del potere, dal trono alla corona, dalla porpora ai fasci littori, lo studioso getta una luce nuova sulla funzione del consenso e dei media nelle democrazie moderne. Un libro che rinnova profondamente tutta la nostra visione della politica.
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Agamben, Giorgio
Il sacramento del linguaggio. Archeologia del giuramento
Laterza,
2008
Il giuramento riveste un ruolo essenziale, in quanto "sacramento del potere", nella storia politica e religiosa dell'Occidente. Tuttavia, malgrado i numerosi studi di linguisti, antropologi e storici del diritto e delle religioni, manca una visione d'insieme del problema, che cerchi di dar ragione della funzione strategica che questa istituzione ha svolto all'incrocio di diritto, religione e politica. Che cos'è il giuramento, se sembra mettere in questione l'uomo stesso come animale politico? Da questa domanda deriva l'attualità dell'archeologia del giuramento proposta dal libro. Attraverso un'indagine di prima mano sulle fonti greche e romane, che ne mette in luce il nesso con le legislazioni arcaiche, la maledizione, i nomi degli dei e la bestemmia, Giorgio Agamben situa l'origine del giuramento in una prospettiva nuova, che ne fa l'evento decisivo nell'antropogenesi, ovvero nel diventar umano dell'uomo, iI giuramento ha potuto costituirsi come "sacramento del potere" perché esso è innanzitutto il "sacramento del linguaggio", in cui l'uomo, che si è scoperto parlante, decide di legarsi al suo linguaggio e di mettere in gioco, in esso, la vita e il destino.
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Agamben, Giorgio
Homo sacer. Il potere sovrano e la nuda vita
Einaudi,
2005
Seguendo un percorso che da Aristotele e il mondo classico giunge sino a tempi recenti con Hanna Arendt e Michel Foucault, Agamben analizza il concetto di vita e di sacro, proponendone l'applicazione in ambito politico dove, a partire dall'età moderna "la vita naturale comincia a essere inclusa nei meccanismi e nei calcoli del potere statuale e la politica si trasforma in bio-politica". Protagonista del libro è la nuda vita dell'homo sacer. Soltanto superando una dimensione politica che non conosce altro valore che la vita, sarà possibile alle democrazie moderne andare oltre le tragiche tentazioni di nazismo, fascismo e, in generale, dei regimi totalitari. La prima edizione in "Einaudi contemporanea", 1998.
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Bazzicalupo, Laura , Amendola, Adalgiso, Chicchi, Federico, Tucci, Antonio
Biopolitica, bioeconomia e processi di soggettivazione
Carocci, Roma
2010
Negli ultimi anni ha conquistato una decisa centralità, nel dibattito delle idee, il paradigma biopolitico: un paradigma aperto, attraversato da numerose e differenziate interpretazioni, unito dalla convinzione che la vita è diventata, o va diventando, diretto oggetto delle pratiche e delle strategie politiche, oltre le mediazioni classiche offerte dalla tradizione moderna. Filosofi, economisti, sociologi e giuristi, che hanno incrociato in vario modo questo paradigma, hanno confrontato i loro percorsi durante un seminario di studi di cui questo volume sviluppa i temi.
Le quattro sezioni del libro («Crisi del lessico politico-giuridico. Tra codice della norma e codice del governo», «Alienazione e nuove pratiche di oggettivazione del vivente», «Assoggettamento/soggettivazione. Il governo delle vite» e «Democrazia radicale e sfera pubblica. Nuove forme di agire politico») forniscono, più che un percorso lineare e predeterminato, una sorta di cartografia dei luoghi problematici e degli interrogativi aperti che gli approcci biopolitico e bioeconomico cercano oggi di affrontare.
Contributi di Elena Acuti, Adalgiso Amendola, Renata Badii, Giorgio Barberis, Laura Bazzicalupo, Lorenzo Bernini, Marco Bontempi, Vando Borghi, Michele Cammelli, Federico Chicchi, Sandro Chignola, Roberto Ciccarelli, Massimo De Carolis, Lelio Demichelis, Graziella Durante, Olivia Guaraldo, Claudia Landolfi, Maria Laura Lanzillo, Thomas Lemke, Emanuele Leonardi, Sandro Luce, Christian Marazzi, Costanza Margiotta, Ottavio Marzocca, Sandro Mezzadra, Luigi Pannarale, Marco Revelli, Andrea Russo, Anna Simone, Elettra Stimilli, Antonio Tucci, Salvo Vaccaro, Tommaso Vitale.
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Castells, Manuel
The Information Age: Economy, Society and Culture I, The Rise of Network Society
Blackwell, Oxford
1996
La rivoluzione della tecnologia dell'informazione e della comunicazione e la trasformazione sociale che l'accompagna è secondo Castells una cesura epocale nel modo di sviluppo delle società umane. L'esperienza del tempo viene alterata, lo spazio riorientato e riorganizzato dalla logica dei flussi della società in rete, della società che comunica e consuma mediante la Rete, in base a processi che diffondono istantaneamente simboli e conoscenze, modificando in profondità le espressioni culturali e cambiando radicalmente le forme del potere politico e della mobilitazione sociale. Castells accompagna il lettore in un viaggio intellettuale di comparazione e scoperta delle forme economiche e spaziali del nuovo capitalismo informazionale e dei suoi flussi mediatici, finanziari e tecnologici.
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Castells, Manuel
The Information Age: Economy, Society and Culture II, The power of Identity
Blackwell, Oxford
1997
In questo volume l'autore esamina le radici profonde e le mutazioni recenti dei movimenti identitari in tutto il mondo. Alla perdita di senso data dai flussi istantanei ed erratici di informazioni e di capitali, le comunità umane reagiscono consolidando aspetti centrali della propria identità sociale e rivendicando con il conflitto spazi di agibilità politica e culturale nel mondo globalizzato. Da una parte i movimenti contro il neoliberismo cercano di costruire intorno a valori umanisti una nuova società globale, dall'altra fondamentalismi e sette apocalittiche dichiarano guerra a una civiltà cosmopolita, mentre la crescita del potere delle organizzazioni sovranazionali è la risposta all'indebolimento della sovranità dello stato-nazione.
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Castells, Manuel
The Information Age: Economy, Society and Culture III, End of Millennium
Blackwell, Oxford
2000
Il volume è una ricognizione delle formazioni storiche che occupano il globo all'inizio del XXI secolo. L'autore si concentra sulla polarizzazione dell'economia globale, che in vent'anni ha dato vita a un vero e proprio Quarto Mondo: non solo l'Africa Subsaharia, ma anche i ghetti urbani negli Stati Uniti e di altri paesi. Aumento della disuguaglianza e maggior libertà di manovra finanziaria stanno dietro la vertiginosa espansione dei traffici della criminalità globale: mafia siciliana e mafia russa, yakuza giapponese e triadi cinesi, narcotrafficanti colombiani e signori della guerra. Castells volge allora lo sguardo su Asia Orientale e Unione Europea e ne analizza le sfide economico-sociali.
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Creuzer, Georg Friedrich
Symbolik Und Mythologie Der Alten Völker: Besonders Der Griechen
Carl Wilhelm Leske, Leipzig und Darmstadt
1812
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Derrida, Jacques
La farmacia di Platone
Jaka Book
2007
"A me sembra che vi siano almeno tre ragioni per ritornare ancora su queste pagine, per leggere o rileggere ancora questo saggio scritto quaranta anni fa e che può ormai essere considerato un classico della filosofia contemporanea. Innanzitutto esso è senza alcun dubbio un esempio magistrale di lettura e interrogazione di un testo filosofico; anche se al termine della lettura si arrivasse a non condividere alcuna delle tesi interpretative proposte dal filosofo francese, non si può non riconoscere il rigore, l'acribia e la fecondità di questo modo di leggere, sollecitare la riflessione altrui e praticare la filosofia che non cade mai nell'ingenua sterilità, di intendere il pensiero e l'atto stesso del pensare come un campo di battaglia sul quale confliggono tesi opposte. In secondo luogo il saggio di Derrida è un'analisi serrata di un punto centrale del pensiero platonico che tuttavia alcuni hanno finito per ridurre alla semplice contrapposizione tra oralità e scrittura. La posta in gioco nella riflessione che Platone articola a proposito del mito del dio Theut e dell'invenzione della scrittura va ben al di là della difesa di un particolare mezzo espressivo, l'oralità, coinvolgendo invece la natura del pensiero e l'atto stesso di pensare. In terzo luogo questo saggio del '68 resta centrale anche all'interno dell'amplissima produzione derridiana di cui l'insistenza sul concetto di indecidibilità è senza alcun dubbio uno dei tratti costanti e costitutivi". (Dall'Introduzione di Silvano Petrosino)
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Derrida, Jacques
Memorie di cieco. L'autoritratto e altre rovine.
Abscondita
2003
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Duso, Giuseppe
La logica del potere. Storia concettuale come filosofia politica
Polimetrica, Monza
2007
Origini, trasformazioni e aporie di termini spesso dati per ovvii, quali uguaglianza, libertà, potere, governo, sovranità, popolo, rappresentanza, democrazia.
Attraverso la storia dei concetti politici, una maniera originale e feconda di introdurre ai problemi fondamentali della filosofia politica.
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Farinelli, Franco
La crisi della ragione cartografica
Einaudi,
2009
La globalizzazione significa da un lato che, per la prima volta nella storia dell'umanità, la Terra chiede di essere considerata per ciò che essa davvero è, cioè un globo e non una mappa; dall'altro che per il funzionamento del mondo tempo e spazio hanno perso quasi ogni importanza. Ecco perché la globalizzazione resta un fenomeno cosi difficile da capire. Lo spazio e il tempo moderni sono il prodotto della sostituzione del mondo con la carta geografica: soltanto su una tavola, cioè una mappa, i corpi possono perseverare nel loro moto rettilineo uniforme. Sulla sfera terrestre, però, non vi sono limiti, né spazio, né tempo. Sappiamo quando spazio e tempo della fisica classica sono entrati in crisi, l'epoca moderna è terminata ed è iniziata la globalizzazione: nell'estate del 1969 si ebbe l'impressione di essere entrati in una nuova era, ma non si trattava della conquista dello spazio (inteso come cosmo), bensì della sua fine. In quei giorni nasceva infatti il primo segmento della Rete: negli Stati Uniti due computer iniziavano a dialogare fra loro riducendo gli atomi a immateriali unità d'informazione. Cosi la prossima volta che il saggio indica la luna, non bisogna guardare né il dito né la luna e sarà bene continuare in ogni caso a guardare, per cercare di capire, la nostra vecchia e consumata Terra. È quel che si tenta di fare qui, in serrato dialogo critico con le voci più incisive che hanno di recente fatto i conti con il fenomeno della globalizzazione.
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Farinelli, Franco
I segni del mondo. Immagine cartografica e discorso geografico in età moderna
Academia Universa Press
2009
Una carta geografica è una copia della Terra o è vero esattamente il contrario e cioè che la Terra in epoca moderna è diventata la copia della mappa? Oggi i modelli cartografici risultano inadeguati rispetto ad una realtà, quella della Rete, al cui interno la logica cartografica, fondata sullo spazio e sul tempo, si rivela del tutto inadeguata. Il volume si articola in due sezioni principali. Nella prima, si esaminano le relazioni fra logica cartografica, discorso filosofico, espressione letteraria e potere. Nella seconda vengono ricostruiti i nessi che presiedono, in epoca moderna, al rapporto fra immagine cartografica, progetto politico e ideologia geopolitica.
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Loos, Adolf (trad.it. di S. Gessner)
Parole nel vuoto
Adelphi, Milano (prima edizione: Parigi 1921)
1992
"Non temere di essere giudicato non moderno. Le modifiche al modo di costruire tradizionale sono consentite soltanto se rappresentano un miglioramento, in caso contrario attieniti alla tradizione. Perché la verità, anche se vecchia di secoli, ha con noi un legame più stretto della menzogna che ci cammina al fianco"
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Meneghetti, Maria Luisa (a cura)
Pathosformeln, retorica del gesto e rappresentazione: ripensando Aby Warburg
Ist. Editoriali e Poligrafici, Pisa, Roma; 272 p., ill., brossura
2006
Aby Warburg, nato ad Amburgo nel 1866, fu storico e critico dell'arte. Col suo metodo inaugurò una nuova stagione di studi nel campo storico-artistico, proponendo una mappa delle costanti della memoria occidentale - miti, figure, parole, simboli - in un campo di indagine che dall'arte antica arriva fino al mondo contemporaneo, attraverso il Rinascimento. La sua opera più importante - Mnemosyne - rimasta incompiuta, è il lascito più originale e rappresenta la summa delle sue ricerche: attraverso l'indagine sulla permanenza delle forme dell'Antico nell'arte rinascimentale italiana e nordeuropea, Warburg interroga la tradizione occidentale, scoprendo i suoi meccanismi e riattivando punti nevralgici e zone d'ombra. In concomitanza con l'uscita dell'edizione originale in lingua italiana di Mnemosyne, questo fascicolo monografico della rivista «Moderna» vuole approfondire un aspetto della teoria di Warburg che è stato forse oggetto di minor attenzione: il concetto di Pathosformeln ('formule del pathos'), viste come espressioni ritualizzate delle emozioni e quindi parte non irrilevante di quel repertorio morfologico dei 'superlativi del linguaggio gestuale' che Mnemosyne voleva essere. I saggi contenuti in questo volume intendono dunque ripensare ed approfondire quest'aspetto del pensiero di Warburg, e insieme proporne l'applicabilità in àmbiti anche non strettamente legati alla storia dell'arte.
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Wulf, Cristoph
LE IDEE DELL'ANTROPOLOGIA
Bruno Mondadori, Milano
2007
Non è più possibile oggi parlare dell'uomo. Quando se ne parlava, infatti, si era posto tacitamente a norma l'uomo europeo, maschio, al singolare. Di questo ci ha poi resi edotti l'antropologia, che ha messo l'accento sulla molteplicità culturale, sociale e di società, e sulla complessità dell'esistenza umana. L'antropologia storica, a cui tutti i contributi qui raccolti fanno riferimento, non si occupa dell'essenza dell'uomo, ma dei variegati aspetti storico-culturali della vita umana. Sotto forma di enciclopedia, il volume riunisce intorno a sette grandi gruppi tematici (Cosmologia; Mondo e cose; Genealogia, sesso e genere; Corpo; Media e formazione; Caso e destino; Cultura) circa 100 voci stese da oltre 60 autori. Con esse si vogliono presentare i risultati delle principali correnti della ricerca contemporanea (accanto all'antropologia filosofica, l'antropologia sociale e culturale, la storia della mentalità, le scienze sociali e le indagini letterarie sulla cultura).
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