La ricerca sugli intrecci tra letteratura e cultura visuale ha ormai una consolidata tradizione internazionale e notevoli ricadute anche in Italia. Soprattutto le filologie nazionali (germanistica, anglistica, francesistica etc.), nonchè gli studi di teoria della letteratura e letteratura comparata, hanno ampiamente recepito e sviluppato gli stimoli internazionali, sia sul piano teorico che su quello applicativo. In particolare negli ultimi decenni del Novecento si è assistito ad una ripresa del dibattito sulla “reciproca illuminazione tra le arti” stimolato ovviamente dal ruolo sempre crescente che le immagini hanno “per” la letteratura, “nella” letteratura (il problema di produzioni esplicitamente intermediali) e nel “sistema-letteratura” (distribuzione, circolazione etc.).Il convegno intende porre le basi metodologiche per uno studio comparato di letteratura e cultura visuale decisivo sia sul fronte della teoria letteraria, da sempre interessata ai rapporti tra verbale e visuale e ovviamente al centro del dibattito culturale odierno, sia al contributo che questo intreccio può dare alla ridefinizione del ruolo che la letteratura può e deve avere nell’ambito degli studi culturali e delle scienze della comunicazione.Si tratta pertanto di studiare i fenomeni letterari a partire dalle modificazioni che lo sguardo (individuale e sociale), i dispositivi della visione/media (dalla camera oscura al cinema) e le nuove immagini producono sulla letteratura, sia sul versante tematologico (i media e lo sguardo come “temi” della letteratura) che su quello della scrittura propriamente detta (le “ottiche” della letteratura, l’ékphrasis letteraria etc.).In quest’ottica lo studio comparato di alfabetizzazione letteraria (“literacy”) e alfabetizzazione visuale (“visual literacy”) può contribuire a ribadire il ruolo degli studi letterari nella costituzione dei paradigmi interpretativi della società in cui viviamo, non isolando la letteratura dal contesto più ampio e fecondo dello studio delle culture.In particolare il convegno intende focalizzarsi su tre grandi fasi dell’intreccio tra letteratura e cultura visuale: 1) una fase prefotografica: in cui si studieranno la presenza in letteratura delle modificazioni dello sguardo prodotte da tecnologie della visione come la camera oscura, il microscopio, il telescopio, il caleidoscopio etc. sino all’invenzionedella fotografia; 2) una fase postfotografica: in cui ci si concentrerà sulle intersezioni tra fotografia e letteratura, sia sul piano biografico (scrittori-fotografi) che su quello, più essenziale, delle modificazioni imposte dal mezzo alla scrittura letteraria; 3) una fase pre- e postcinematografica in cui si indagherà, al di là del problema della sceneggiatura, sulle modificazioni che il mezzo e la scrittura cinematografica hanno prodotto sulla scrittura letteraria.
Pietra miliare del discorso sulla cultura visuale del nostro gruppo di ricerca, quest’incontro ha costituito un punto di partenza pregno di virtualità e stimoli necessari per l’analisi del complesso rapporto che intercorre tra immagine, mezzo e sguardo nella contemporaneità. Ciò è stato fatto partendo dalla conflagrazione di comparatistica e teoria della letteratura – discipline guida nell’ampio ed eterogeneo panorama di ricerca degli studi culturali.
Il convegno ha visto il sussegurisi delle posizioni critiche di alcune tra le figure di spicco degli studi sul visuale a livello internazionale. Da Hans Belting (IFK di Vienna) che ha esposto la sua imponente Iconologia dello sguardo, a W.J.T. Mitchell (Università di Chicago) il quale ha gettato le basi di una dirompente disamina sul rapporto tra rappresentazione e digitalizzazione culturale (Realismand the DigitalImage), passando per UlrichStadler (Università di Zurigo) che ha esplorato il rapporto tra scienza e poesia attraverso la lente dell’esperienza visiva (Bessersehen, anderssehen. Überden wissenschaftlichenund poetischenUmgangmitvisuellerErfahrung). Non meno pertinente in questo contesto è stato il discorso portato avanti da Andreas Beyer (Università di Basilea) e Philippe Hamon, che hanno rispettivamente esplorato le feconde intersezioni che si generano nel terreno d’incontro tra storia dell’arte, letteratura e studi visuali.