La ricerca si propone di analizzare la questione del rapporto tra le arti figurative e la scrittura nella Goethezeit partendo dall’importante snodo della speculazione sull’arte e l’estetica di Karl Philipp Moritz. L’esperienza Italiana di quest’autore, durata due anni (dal 1786-1788) e concisa in parte con quella di J. W. von Goethe, segna un profondo cambiamento nel suo rapporto con le opere d’arte e con la dimensione temporale. I concetti di spazio e tempo in collegamento con le arti figurative subiscono, attraverso il contatto diretto con la realtà italiana, un cambiamento che influenzerà non soltanto i suoi contemporanei (basti pensare al vistoso carteggio che si sviluppa tra gli autori allora presenti a Weimar a proposito del saggio di Moritz Über die bildende Nachahmung des Schönen), ma diventerà uno dei germi da cui prenderà il via il filone estetico-letterario della Frühromantik e del Romanticismo tedeschi.