Comparse nel 1745, le Carceri di Piranesi si attestano sulle tracce di una rappresentazione delle categorie che ordinano le informazioni relative alla vastità, all’infinità, all’immanenza, in un processo di sintesi figurale che combina indizi mistici e inquietudini surreali. L’immensità del vuoto e la disproporzione degli elementi incisi sulle tavole si fanno così espressioni di un senso aorgico di potenza illimitante (Pezzella 2004, p. 45) e di un principio rivelativo di trascendentalità.