Workshop degli allievi
testi



riportiamo di seguito gli incipit di alcune delle relazioni tenute presso il workshop degli allievi della Winter School, per scaricare i testi nella loro versione integrale basta cliccare sui link presenti nella parte destra di questa pagina

 

CORPOREAL TURN. STEREOTIPI E IDENTITÀ DEL CORPO EBREO 
Valeria Cammarata

A partire dagli anni Sessanta del Novecento le scienze umane sono state influenzate dal cultural turn, dallo sviluppo, cioè, di una nuova concezione della cultura vista in una prospettiva interdisciplinare non più come semplice espressione della vita e del pensiero dell’uomo ma, anzi, come principale fonte di influenza e modello delle forme simboliche individuali e sociali. La cultura, in questo senso, viene presentata come il prodotto condiviso tra artisti, intellettuali, pubblico e istituzioni che mediano e controllano ogni nuova forma culturale.

A partire da questa una lunga serie di “svolte” si sono succedute in diversi campi d’indagine alla ricerca dei più significativi elementi della cultura. Negli anni Settanta del Novecento fu il linguistic turn a tentare di ricondurre tutte le riflessioni sui sistemi simbolici della società al modello testuale, un modello a cui sembrava riconducibile tutto l’universo di rappresentazione e significazione umano, dalle forme culturali a quelle naturali, e che ancora oggi sembra dominare le riflessioni critiche sulla cultura. A distanza di vent’anni W.J.T. Mitchell ha tentato di dimostrare i limiti di questa riduzione, e ha proposto una nuova svolta legata alle immagini e al loro codice, irriducibile, a suo parere, a quello del linguaggio e della rappresentazione mimetica. È iniziata, così, l’epoca del pictorial turn
 

RAPPRESENTAZIONE, CORPO, SCHERMO
Valentina Mignano

Dal rinascimento all’era dello schermo, ogni rappresentazione è un’affermazione del visibile, dell’esistente, del mondo fisico in cui l’umanità si trova a essere. Partendo dal presupposto che qualunque forma di comunicazione richiede, sempre, una rappresentazione, la nostra analisi vuole tentare un’indagine delle forme attraverso cui la tradizione rappresentativa ha determinato il nostro modo di approcciarci alla realtà raffigurata, dei nostri modi di posizionarci – conoscitivamente e materialmente – rispetto a una qualsiasi forma culturale di rappresentazione. Cercheremo di avvicinarci a questi temi perché crediamo che nel rapporto tra la realtà effettiva e la sua rappresentazionerisieda una delle possibilità che abbiamo di penetrare la nostra essenza più intima; del resto è proprio nel gap, o meglio nella disparità fra le parole e le cose, che emerge lo spazio della rappresentazione: luogo che produce e promuove la soggettività.

 


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