Stanley Kubrick fotografo
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In esposizione negli spazi del PAN del capoluogo partenopeo 168 fotografie realizzate dal talentuoso futuro regista tra il 1945 e il 1950, stampate dai negativi originali conservati nella Look Magazine Collection del Museo di New York. 
Tra le opere in mostra si possono ammirare un ritratto del giovane Montgomery Clift, ripreso nel suo appartamento; il campione di boxe italo-americano Rocky Graziano colto da Kubrick lontano dai riflettori, sotto la doccia. Riprendendo Betsy Furstenberg il regista-fotografo ci fa entrare nel mondo di una bellezza canonica d’altri tempi, simbolo della vita mondana newyorkese contrapposta alla vita precaria dei piccoli lustrascarpe che si aggirano agli angoli delle strade di New York. Spazio anche per il genere poliziesco, come accade in alcuni scatti attraverso i quali Kubrick testimonia l’arresto di due malviventi, seguendo le strategie dei poliziotti fino all’avvenuta cattura. Le sue fotografie sono in realtà racconti a puntate, storie di vita, di personaggi enigmatici e contraddittori, sono micro narrazioni pregne di mistero e seduzione. Non a caso il legame di Kubrick con la fotografia non si spezzò mai: basti considerare i lunghissimi tempi di inquadratura cinematografica utilizzati dal regista, che notoriamente passava ore a studiare il particolare dell’immagine, la prospettiva, l’illuminazione, la posizione dei soggetti e degli oggetti in scena, fino ad ottenere l'istante perfetto: come fosse uno scatto fotografico.


   






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