Call for Papers TransPostCross
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Il nuovo numero di TPC sarà dedicato a un nodo problematico centrale nell’orizzonte culturale contemporaneo, un punto di intersezione tra vari saperi dalle forti implicazioni teoriche, sociali e politiche: il rapporto tra letteratura e storia, e dunque le articolazioni tra racconto fattuale e racconto finzionale; gli obiettivi e le modalità con cui la letteratura ha voluto raccontare, riscrivere e reinterpretare gli eventi e le esperienze storiche, sia individuali che collettive, ma anche i modelli narrativi che la letteratura ha offerto al resoconto storico propriamente detto.
È un problema formulato già nella Poetica di Aristotele, che ha segnato alcune tappe decisive della storia letteraria – sia europea che extraeuropea − e che è risalito a un particolare grado di urgenza negli ultimi tempi, con visibili ricadute sulla critica letteraria, sulla produzione artistica, ma anche sulla teoria della storiografia e sulla stessa pratica storica. Che tutto questo vada a intercettare alcune tendenze centrali della nostra cultura e della nostra postazione storica − il crollo delle ideologie, l’insicurezza post-11 settembre, la crisi globale, la smentita delle tesi sulla “fine della storia”, l’auspicio di un “ritorno alla realtà” dopo la presunta fine del postmoderno, la condizione di “inesperienza” accentuata dal ruolo sempre più capillare dei media, ecc. − è dimostrato dall’espansione di un fenomeno che ha assunto anche una visibilità sociologica e commerciale (basta entrare in una libreria e osservare le sezioni dedicate al “romanzo storico”), ma che può essere visto come la manifestazione sintomatica di bisogni profondi, mutazioni epistemiche e investimenti ideologici che meritano di essere indagati. Per tutte queste ragioni, e per un’ovvia esigenza di organicità, si propone di focalizzare l’attenzione soprattutto sul Novecento, secolo “breve” ma anche così denso che viene ripetutamente interrogato o riatttraversato, come qualcosa che non si riesce ad archiviare o che spesso funge da surrogato del vuoto esperienziale ed evenemenziale in cui oggi vivremmo.
Si indicano qui di seguito alcune articolazioni concettuali in cui far rientrare i contributi proposti per la pubblicazione:

1. Evento: In anni recenti, la storiografia contemporanea e più in generale le scienze umane e sociali hanno rimesso con forza al centro del dibattito la nozione di evento, dopo “l’eclissi” –  per riprendere il termine di Ricoeur – che l’aveva investita tanto sul versante storiografico (dalla lunga durata e dalla geo-storia alle derive quantitative e seriali della scuola delle Annales), quanto su quello letterario (da alcune esperienze del modernismo fino a Robbe-Grillet e a certa vocazione ossessivamente meta-letteraria del postmoderno). L’evento torna dunque in scena a partire dalla contraddizione fondamentale che esso pone: il suo essere per definizione rottura, discontinuità, irruzione dell’inaspettato ma, al tempo stesso, il suo esistere sempre e solo all’interno di una sequenza più ampia di cause e di effetti che dovrebbero spiegarlo.

2. Fattuale/finzionale: La dialettica tra fatti reali e storie inventate è alla base dello statuto del romanzo storico (o della sua intima contraddizione, come pensava l’ultimo Manzoni) e in generale di tutte le narrazioni che hanno a che fare con eventi storici, sia quelli registrati dalla storiografia, sia quelli rivissuti nella memoria degli individui o delle piccole comunità. Un’ulteriore articolazione del problema riguarda le contaminazioni e le interferenze tra la narrazione letteraria e la narrazione storiografica, alla luce dei recenti dibattiti che hanno segnato lo sviluppo del sapere e del metodo storico.

3. Esperienza: Il rapporto tra letteratura ed esperienza (nella doppia articolazione di Erlebnis ed Erfahrung) è uno dei fondamentali nodi problematici della modernità, come Benjamin ha mostrato in modo esemplare nel grande saggio sul narratore. È un rapporto che diventa particolarmente delicato e cruciale quando l’esperienza da descrivere interseca i grandi eventi, quando cioè il soggetto dell’esperienza (che si tratti di un testimone diretto oppure di un personaggio in cui l’autore si proietta a posteriori) diventa protagonista del processo storico, in un possibile punto di convergenza tra destino individuale e destino collettivo.

4. Memoria e testimonianza: Qualunque ricostruzione storica passa attraverso il filtro della soggettività, che chiama in causa il funzionamento complesso della memoria umana e la mediazione cognitiva ed espressiva della testimonianza, con tutte le ambiguità che questo termine implica. In questo senso, un fenomeno particolarmente interessante degli ultimi anni è la proliferazione di storie ambientate nel passato (spesso nello sfondo tragico del “secolo breve” e soprattutto del suo epicentro traumatico, la Shoah) ma scritte da autori e autrici che per ragioni anagrafiche non sono testimoni diretti degli eventi storici, che si collocano dunque in un orizzonte di post-memoria, alimentata dai racconti altrui e dal gigantesco archivio di informazioni e documenti che la nostra cultura ci mette a disposizione.

5. Macrostoria e Microstoria: Il rapporto tra storia collettiva e storia individuale è un problema centrale del romanzo storico, sia nella sua versione classica sia nelle versioni successive. D’altra parte, sin dall’Ottocento (le formulazioni teoriche di Balzac sono, in questo senso, paradigmatiche) il romanzo si è presentato come “storia dei costumi”, delle credenze, dei sentimenti, delle reazioni individuali, anticipando quelle che sarebbero diventate correnti fondamentali della storiografia del secondo Novecento: la “storia della vita privata” e la “microstoria” propriamente detta rappresentata da studiosi come Ginzburg o Zemon-Davis.

6. Controstoria: In alcuni casi, gli scrittori interrogano testimoni e documenti per dissipare le ombre della storia ufficiale, per raccontare versioni alternative rispetto alle narrazioni egemoni, per indagare quello che è stato dimenticato o volutamente occultato. Il complotto e la paranoia sono le principali declinazioni tematiche di queste istanze, lasciti della stagione postmoderna che non sembrano ancora archiviati.

7. Letteratura e cultura visuale: Quest’ultima articolazione va a sua volta declinata almeno su due fronti. Da una parte, le stesse arti visive sono state investite dalla Storia, diventando uno dei luoghi privilegiati in cui un passato più o meno recente viene criticamente interrogato. Dall’altra, molte narrazioni che assumono la storia novecentesca come oggetto o come sfondo mobilitano una rete di media diversi, sia materialmente (inserimento di materiale visivo), sia attraverso la “citazione” nel senso più ampio del termine, realizzando innesti molteplici tra parola e immagine. 

I contributi, in italiano o in inglese, devono essere di 5000-8000 parole, senza limiti di disciplina. Gli Abstracts (circa 300 parole) dei contributi devono pervenire entro il 30 aprile 2014 al seguente indirizzo: redazione@transpostcross.it

I contributi devono pervenire allo stesso indirizzo entro il 31 agosto 2014.
Tutti i contributi saranno sottoposti a peer review.







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