Lessico mitologico goethiano. Letteratura, cultura visuale, performance
Goethe non incontrò mai i propri dèi. Forse non incontrò mai neppure il mito, rifiutandone l’esperienza diretta perché troppo inquietante, troppo spaesante. Come Thomas Mann, ebbe nei confronti del mito una sorta di timore reverenziale. Consapevole del suo potenziale distruttivo per l’Humanitas egli seppe tenerlo a distanza, quanto bastava alla vita, e all’arte. Ogni volta che affronta direttamente una figura mitologica la sua penna si arresta, la voce si smorza, il progetto sembra fallire. Ci rimangono degli splendidi torsi o operette apparentemente occasionali: Nausicaa, Prosperpina, Pandora.
Lessico mitologico goethiano disegna il lessico di base delle riscritture mitologiche di Goethe. Gli autori coinvolti sono i protagonisti di una rivoluzione della filologia goethiana che muove le mosse da una più consapevole analisi della cultura visuale e teatrale del massimo scrittore tedesco. Il volume si avvale della presenza dei più autorevoli germanisti e comparatisti europei, disegna il lessico di base delle riscritture mitologiche di Goethe. Quasi tutte le figure mitologiche cui Goethe dedica importanti opere sono trattate in brevi monografie che tengono insieme informazioni essenziali e nel contempo, interpretazioni originali di ognuna figura.
Michele Cometa è professore di Storia comparata delle culture e di Cultura visuale nell’Università degli Studi di Palermo. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Studi culturali (Guida, 2010); La scrittura delle immagini. Letteratura e cultura visuale (Cortina, 2012); Mistici senza Dio. Teoria letteraria ed esperienza religiosa nel Novecento (edizioni di Passaggio, 2013).
Valentina Mignano è dottore di ricerca in Studi culturali. Rappresentazioni e performance (Università degli Studi di Palermo). Esperta in comunicazione e cultura visuale cura il sito www.studiculturali.it, il portale italiano degli studi culturali. Ha pubblicato vari saggi su letteratura e cultura visuale, sulla fotografia e il volume: L’immagine condivisa. Lo spazio culturale dello schermo (ETS, 2014).